Curiosa implicazione del pensiero liberal è questa vecchia e nuova convinzione che per arginare le destre che minacciano la democrazia si rende lecito, quando non proprio necessario, commissariare la stessa democrazia per proteggerla dall'orda barbarica e persuadere la popolazione, attraverso una capillare ristrutturazione dei gusti e delle opinioni, a mantenere comportamenti più consoni e in linea con le magnifiche sorti e progressive. Questo modo di procedere della sinistra per censure preventive, con la scusa che la gente poi ne approfitterebbe per dire quel che pericolosamente pensa, sembra tuttavia inviperire ancor di più i ragazzacci cattivi del make qualcosa great again, così da autoalimentare all'infinito la solfa. Dove vuole arrivare e che cosa vuole ottenere il cosiddetto liberal con questo timor panico delle opinioni scorrette, con questa pretesa di normare puntigliosamente tutti gli aspetti della vita che non gli sono graditi? Una nuova tentazione reazionaria: chi ci garantirà la verità se tutti saranno liberi di dire quel che pensano? Il timore di questa tenebra muove il democratico alla ricerca della notizia certificata, sempre più imposta d'autorità più che fondata sulla reciproca fiducia. Dietro a tutto questo, il nemmeno troppo velato disprezzo del liberal per la gente comune che anch'io ho fatto in tempo a provare, convinto com'ero di non farne parte. La libertà è un rischio che bisogna correre, la sinistra ne ha paura.
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