venerdì 1 luglio 2022

Saluti dal professor Hegel

Ho sognato Friedrich Wilhelm Hegel con gli occhiali di Groucho Marx, aveva da ridire, diceva che ero stato io. Non potete immaginare l'imbarazzo, il senso di colpa per aver messo alla berlina il professore, tentavo di giustificarmi.

- Voi avete mancato di rispetto alla mia persona.
- No, io no, assolutamente no.
- E invece sì, vi dico, voi mi avete deriso ritraendomi con gli occhiali di Groucho Marx.
- Mi scuserete, ma voi come fate a conoscere Groucho Marx? Forse vi confondete con Carlo, che riportò sui piedi la sua dialettica a suo giudizio troppo poggiata sulla testa.
- Non sia sciocco, io appartengo ormai all'Assoluto e nelle pieghe dell'Intero scorgo gli eventi passati, presenti e futuri, senza contraddirmi.
- Nel qual caso potreste darmi qualche dritta, magari una cinquina, un risultato del superenalotto.
- Voi continuate ad offendermi.
- E allora vi prego di accettare le mie scuse, siamo così materiali, noi mortali, così... grossolani: vulgär. La materia ci costringe alla sofferenza, e ci rende cattivi.
- Sì... ebbene... scuse accettate. E ora mi dovete scusare voi, devo discutere con Arthur Schopenhauer circa la consustanzialità del Padre e del Figlio.
- Con Arturo Schopenhauer? Ma non eravate litigati?
- In realtà era lui a nutrire acredine nei miei confronti, ma come avete ben detto voi, era la materia che lo costringeva alla sofferenza.
- È dunque sfuggito alla Volontà di Vivere?
- Esattamente.
- Me lo saluti caramente.
- Senz'altro, sarà mia premura.
- Addio.
- Addio. 

Non è poi così tremendo come lo dipingono il professor Hegel.


2 commenti:

  1. rilevo che dei fratelli Hegel ha dimenticato di citare Georg, che dei tre pare sia il più permaloso e fetente. O forse proprio per questo motivo? chiarisca, che sto sulle spine.

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    1. Eh non so, non sono così addentro alle questioni familiari della famiglia Hegel.

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