Questa idea che occorra mantenere a tutti i costi alla guida del paese, citando Carlo Calenda, "l'italiano più autorevole al mondo", perché altrimenti l'Europa, altrimenti lo spread, il Pnrr, la crisi, il covid, le destre, è veramente un'idea risibile. La stabilità di governo, questo topos di cui ciancia Calenda, nel caso particolare ha a che spartire più con il processo di imbalsamazione che con il vigore gagliardo dell'organismo sano e pienamente funzionante, il governo Draghi era un accrocchio ("insieme di cose raggruppate senza un ordine preciso") fin dall'inizio e come tale era destinato a fare la fine di tutte le cose accrocchiate. L'autorevolezza, questo concetto che appartiene più alla filosofia morale che alla contingenza della politica, è una foglia di fico che non può coprire la verità che un governo di emergenza era, e governo di emergenza è rimasto ("di emergenza" nel senso che "in emergenza" va bene anche la carta di giornale). Se il principio più saldo a cui appellarsi per tenere in piedi un governo è l'autorevolezza di un singolo uomo, singolarità che si staglia come eccezione sopra il normale corso degli eventi, allora in un'ottica democratica quest'uomo non rappresenta una soluzione, ma un problema.
"...auctoritate omnibus praestiti" - Res gestae divi Marii
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