«[...] Il termine passò poi nel linguaggio teatrale a designare attori, anche di merito, che tendono a strafare, o a raggiungere facili effetti scenici. 2. Per estens., nel linguaggio com., persona di scarso merito ma di grande presunzione e vanità, che cerca di ottenere ammirazione sfruttando con teatrali esibizioni qualità e risorse esteriori di facile successo: essere un g., fare il gigione.». Enciclopedia Treccani.
Segnaliamo la scomparsa dai palcoscenici della politica della figura del gigione, il quale a poco a poco è stato soppiantato da una figura che a lui si ispira seppur con mezzi espressivi più modesti, e cioè quella del giggino, poiché date le condizioni in cui versa attualmente la platea per impressionare il pubblico basta il minimo sforzo.
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