A constatare il disaccordo fra luminari della virologia, ciascuno con la sua certezza messa in discussione dall'altro, viene davvero da pensare che abbia ragione Vattimo, che la verità è debole e che non esistono fatti, solo interpretazioni. Ma sicuramente è che l'incontrovertibile lavora su un piano diverso, su un piano logico-razionale che precede anche la scienza e i suoi dibattiti: esiste certamente un virus influenzale più tignoso di altri, esiste un disaccordo attorno al valore da attribuire a questo virus in termini di minaccia e di pericolosità, esiste la paura che ingigantisce la minaccia mano a mano che si avvicina concretamente alle nostre vite, esiste certamente questo panico, il quale cresce nella misura in cui la scienza che salva risulta ancora impotente, perché questo ci preme in quanto uomini del presente, di avere potere sufficiente per scacciare le minacce, e quando questo potere non ci è dato ed è più statisticamente probabile cadere vittima della natura matrigna, ci sentiamo come traditi, arrabbiati e vittime di una insopportabile ingiustizia: non siamo ancora quei superuomini che ci pensiamo, la scienza è grande ma è un rimedio ancora insufficiente.
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