E' entrato in crisi l'umanesimo, quello un po' ingenuo che aspirava a fare della ragione la guida dell'umanità, il progetto di una società aperta fatalmente ridotta a mera questione di buon tono: non importunare il prossimo, non fare il bulletto coi più deboli, accogli i fratelli africani, sii gentile con le donne e con i gay. Dicevano gli analitici: di quello che non si può dire si deve tacere, ora di quello che non si può dire non si deve tacere più, anzi, il becero populista ne mena vanto e ci fonda sopra il suo progetto politico. Il popolo è soddisfatto: finalmente uno che ha il coraggio di dire le cose come stanno, che i neri puzzano e che i froci fanno schifo! D'altronde non c'è nemmeno una ragione che ci imponga di essere aperti, l'umanesimo è un èthos, un abito mentale, non è una legge della natura (che un èthos sia stabilmente acquisito è un auspicio più che una conquista culturale).