Intesi, non che il socialismo o la socialdemocrazia abbia una qualche possibilità di riparare l'Europa, l'incapacità dei liberali sarà la stessa dei socialisti e viceversa. Prendiamo Monti, per esempio, Monti quando era editorialista del Corriere passava per un gran liberale, giunto al governo s'è trasformato in un tassatore compulsivo, dunque ci si domanda: che bisogno c'era di passare così tanto tempo alla Bocconi? Per tassare anche l'aria "sùn bon anca mì", come direbbero da queste parti. Dal tecnico chiamato in fretta e furia a guidare il governo ci si aspettava quantomeno che fosse un Einstein dell'economia, di un altro fiscalista prestato alla politica non sentivamo francamente il bisogno. Viene il sospetto che gli economisti di fama si dividano principalmente in due categorie: i parolai, i quali ci fanno un gran figurone fintantoché si limitano a scrivere sui giornali, e gli incapaci, che sono gli stessi parolai ma questa volta costretti a metterci le mani. Cade il velo di maya, svelato finalmente il bluff, dopo questa espierienza anche Francesco Giavazzi si farà promotore del reddito minimo di cittadinanza.
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