Parerga e Paralipomena comincia con Abbozzo di una storia della teoria dell'ideale e del reale: "Cartesio è considerato a buon diritto il padre della filosofia moderna, anzitutto ed in generale poiché ha avviato la ragione a reggersi sulle proprie gambe, con l'insegnare agli uomini a servirsi del proprio cervello, sino allora duplicemente sostituito dalla Bibbia e da Aristotele". Cartesio, è risaputo, pone il problema dell'esistenza del mondo esterno: io ho esperienza diretta solo del pensiero, inesteso e immateriale, come giustificare incontrovertibilmente, dunque, l'esistenza del mondo esterno, esteso nello spazio e materiale? Qual è il rapporto che intercorre fra l'oggetto come appare nella coscienza e l'oggetto esterno, preso in sé e per sé? Esiste l'oggetto preso in sé e per sé? "Cogito ergo sum" prova l'esistenza certa dell'autocoscienza che tuttavia non può provare l'esistenza degli oggetti esterni, se non attraverso "il misero espediente" (parole di Schopenhauer) del Buon Dio che non ci vorrà di certo ingannare sull'esistenza del mondo, il quale non è dunque dimostrato da Cartesio per via di ragione, ma per via di fede (a meno che non si voglia considerare prova di ragione la prova ontologica dell'esistenza di Dio, per la quale Dio esiste poiché, essendo pensato come ciò di cui non si può pensare nessuna cosa maggiore, Egli racchiude in sé anche la qualità dell'esistenza; il che equivale all'azione del barone di Münchausen che riuscì a tirarsi fuori dal pantano afferrandosi per i capelli). Ma come può il pensiero immateriale fare presa, in quanto intenzione scaturita nella mente, sulla realtà materiale? Ecco dunque intervenire a spiegarlo l'occasionalismo, il quale afferma che l'accordo fra reale e ideale è predisposto ab origine da Dio una volta per tutte, le idee e il loro effetto sulla realtà sono state armonizzate in modo da corrispondersi, del tutto occasionalmente, riducendo così il principio di causa ed effetto a semplice apparenza. "I profondi pensieri di Malenbranche per altro hanno dato la spinta immediata al sistema dell'harmonia praestabilita di Leibniz, la cui fama, ampiamente diffusa, e la cui alta considerazione ai suoi tempi dànno una prova che l'assurdo fa molto facilmente fortuna nel mondo". E aggiunge: "Per quanto io non possa vantarmi di avere delle idee chiare sulle monadi di Leibniz", la qual cosa mi consola, perché non ne ho mai avute di chiare nemmeno io. Nell'harmonia praestabilita, le due dimensioni delle idee immateriali e degli oggetti materiali, conducono il loro balletto diretti dal Regista Supremo che ne regola le movenze sulla scena: "Detto questo l'harmonia praestabilita si può forse intendere nel modo migliore, quando la si paragoni alla rappresentazione scenica, là dove molto spesso l'influxus physicus sussiste solo in apparenza, e la causa e l'effetto sono connessi unicamente attraverso un'armonia prestabilita dal regista, ad esempio quando uno spara e l'altro cade «a tempo»" Seguirà Spinoza. (continua)
Nessun commento:
Posta un commento