martedì 2 novembre 2021

Contro la caccia

È giusto, dice il prefetto di Trieste, comprimere la libertà di manifestare qualora, ed è un qualora decisivo, metta a rischio la salute pubblica. Arrivano, testuali parole, "persone organizzate fuori regione ad appestarci" (le colonne infami), quindi si faccia pure la Barcolana, manifestazione che si svolge secondo le indicazioni sanitarie, ma non quella no green pass. La Barcolana, en passant, non è manifestazione di protesta a carattere politico, lo sono state invece quelle LGBT e le manifestazioni per il clima, grandi assembramenti, anche quelli, ma evidentemente giudicati composti da persone vaccinate e responsabili. Si fa qui notare che i giovani che protestano per il clima sono per la maggior parte gli stessi che vanno a scuola, luogo tenuto sommamente sotto controllo, focolaio di eventuali contagi. Questa contraddizione non dà pensiero alla maggioranza delle persone perché la battaglia, da sanitaria, è diventata perlopiù politica: perché in un paese in cui viaggiamo attorno all'80% dei vaccinati noi vaccinati abbiamo così tanta paura di contrarre la malattia? Nemmeno la scienza, evidentemente, ci convince come vorremmo far credere. Ripetiamo, la malattia da polmonare è diventata politica, malattia morale (chi prende il Covid è moralmente compromesso), è una caccia all'untore che ormai esula da qualsiasi principio di ragionevolezza. Io non mi unisco a questa caccia.

2 commenti:

  1. non è tanto la paura di contrarre la malattia, quanto la paura che la contraggono i non vaccinati,
    facendo così aumentare la probabilità di nuove restrizioni.

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    1. Con l'80% e più di vaccinati la responsabilità delle restrizioni andrebbe ascritta al governo, non al 20% di non vaccinati. Attenzione a cacciare le streghe, a scaricare tutto sull'untore.

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