Accade a Natzrat ai tempi del protettorato romano della Giudea che una giovane vergine di nome Myrhiàm rimase inspiegabilmente incinta non avendo di fatto conosciuto biblicamente alcun uomo né tantomeno il suo promesso sposo Yohsèf. Pur discendendo dalla millenaria stirpe di Dawid, re di Yisra'el, Yohsèf era un uomo semplice ed esercitava a quel tempo la professione di téktôn, cioè di carpentiere istruito alla lavorazione della pietra e del legno a scopi abitativi. L’inatteso evento, prima ancora che essere lieto, turbò l’animo del giovane Yohsèf, il quale cominciò a meditare di ripudiare in segreto la sposa poiché da uomo retto e giusto qual era voleva almeno risparmiarle l’onta della lapidazione.
Myrhiàm, che era bella come una Madonna, si sentiva dal canto suo a posto con la coscienza avendo precedentemente ricevuto la visita dell’angelo Gavri'el che le si presentò in casa proferendo testuali parole: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». La giovane, che non aveva mai ricevuto la visita di un angelo prima d’allora, rimase lì per lì un po’ interdetta non riuscendo a comprendere bene a cosa si riferisse l’entità soprannaturale. Allora l’angelo si spiegò meglio: «Non temere, Myrhiàm, perché hai trovato grazia presso Yahweh. Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Yeshua. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo; e il Signore Yahweh gli darà il trono di Dawid, suo padre; e regnerà sulla casa di Ya'ãqōb in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». Allora Myrhiàm, che era sì giovane ma non del tutto sprovveduta, si sentì in animo di domandare: «Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?». E l'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti adombrerà; pertanto il santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Yahweh». E a riprova del fatto le annunziò la gravidanza della cugina Elisheba, la quale, pur nella vecchiaia, si trovava al sesto mese di gravidanza (era in uso presso l’Altissimo, per meglio farsi comprendere dalle Sue creature, di servirsi a titolo d'esempio del grembo delle signore di mezza età). Myrhiàm, da donna assennata qual era, volle però sincerarsi di persona del miracolo e si recò in visita dalla parente, allora al suo saluto Elisheba sentì il bimbo sussultarle in grembo e questa fu la prova. Myrhiàm capì così di essere destinata a grandi cose: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!».
Yohsèf, nel frattempo, aveva a sua volta ricevuto in sogno la visita di un angelo che gli annunziò fra il primo e il secondo sonno che era stato tutto sistemato, Myrhiàm avrebbe partorito il Figlio di Yahweh e di non preoccuparsi di nulla perché era stato lo Spirito Santo. Sicché Yohsèf, uomo semplice scelto dall'Altissimo per farlo tramite dei Suoi scopi, accettò di fare da padre putativo a Yeshua come fu predetto dalla profezia: «Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Immanu'el» (e cioè “Yahweh è con noi”), poiché le profezie erano ormai state svelate e per non rischiare di smentirle bisognava fare il possibile per renderle vere.
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