Fra le tecniche del potere c'è l'elusione, il tralasciare di dire, l'evitare di esporre. Se Giuseppe Conte parlava fin troppo, Mario Draghi parla fin poco, il primo annegandoci di chiacchiere, il secondo lasciandosi scivolare tutto con eleganza regale: never complain, never explain. Meglio far parlare i fatti, senonché quando i fatti non arrivano o si dimostrano scombinati tanto quelli precedenti pure Sua Maestà Reale potrebbe incorrere in qualche piccolo dispiacere. C'è poi il caso di elusione a fin di bene, quello che si propone di non rendere noti certi particolari per evitare al popolo di farsi prendere dal panico. Qui c'è la valutazione da parte del sovrano che il popolo sia, preso nel suo insieme, una specie di animalone sottosviluppato e schiavo delle proprie pulsioni a cui va riempita la ciotola con tutte le precauzioni del caso. Non ha torto. Il popolo, come il Frankenstein di Brooks, risponde alla sola melodia dei violini. Ma al sovrano non passa solitamente per la testa, impegnato com'è a esercitare le sue prerogative di sovrano, di essere compreso in quella umanità belluina e fallace dalla quale pensa di essersi distinto, ed proprio lì, in quella celeste sovrastima di sé, che di solito casca l'asino. Per cui al popolo dovrebbe essere sempre concesso di assaggiare anche solo una puntina di verità, per farsi la bocca a mo' di antidoto e non rischiare di restarci secco mandandola giù tutta in una volta.
mercoledì 17 marzo 2021
Áλήθεια
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