domenica 28 maggio 2017

Commodo

[l'addio di Totti mi ha fatto venir in mente l'antica Roma, ecco qui una storiella dei bei tempi andati]

Anche al grande Marco Aurelio toccò in sorte di generare un figlio scemo, Commodo, il padre se n'era pur accorto ma in ossequio al precetto stoico si era come rassegnato al destino ben conscio che tutto accade secondo volontà del logos, sperava forse che le responsabilità dell'impero avrebbero fatto rinsavire il giovane ma si sbagliava. Commodo era appassionato di giochi gladiatori e tanta era la passione che scendeva egli stesso nell'arena vestito da Ercole con la testa di lupo sul capo, come l'Uomo Tigre o quel tal figlio di Gheddafi che credendosi Messi si era fatto scritturare dal Perugia. Tronfio e megalomane, aveva cominciato a rinominare le istituzioni dell'impero con nomi fantasiosi seguiti dall'aggettivo "commodiano", talmente era unfit che in mancanza di moderne procedure di impeachment il Senato cominciò a tramare contro di lui, una prima congiura finì male per i congiurati, la seconda riuscì nell'intento. I principali registi e promotori furono il prefetto del Pretorio e il cubicularius Ecletto (praticamente il responsabile della camera da letto), i quali, temendo rappresaglie per essersi opposti alle ennesime stravaganze dell'imperatore, con l'appoggio di alcuni senatori assoldarono la concubina Marcia, favorita dell'imperatore, per avvelenarlo. Come nel caso di Rasputin l'avvelenamento non sortì effetto alcuno perché l'imperatore, sentendosi appesantito, chiese ai servitori di aiutarlo a vomitare praticandogli così una rudimentale lavanda gastrica. Disperati, i congiurati si rivolsero allora al maestro dei gladiatori Narcisso (praticamente il suo personal trainer), il quale, sotto la promessa di una lauta ricompensa, raggiunse l'imperatore nella spa e finalmente lo strangolò. Dopo la morte si ordinò la damnatio memoriae, finché Settimio Severo, per motivi di opportunità politica, ne decretò la riabilitazione e la beatificazione, con apposito culto a lui dedicato. Fin qui la narrazione ufficiale, quella scritta dai vincitori, ma che ne possiamo sapere, noi, della verità storica, noi che di Craxi abbiamo fatto un ladro e di Berlusconi un erotomane? Diciamo allora che Commodo era un po' come Trump, solo più imbecille.

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