Intervista apparsa sul giornale dei vescovi all'economista e filosofo Hervé Juvin: «Siamo schiavi del desiderio infinito». In buona sostanza: era molto meglio quando le culture limitavano e guidavano il desiderio mentre oggi il desiderio è liberato e moltiplicato all'infinito, se una volta il mondo apparteneva a Dio, ora la convinzione e che ci appartenga per diritto, e questo non è un bene. E chi sobilla questo desiderio? La pubblicità, cioè il libero mercato, il neoliberismo planetario, la globalizzazione. Il governo del desiderio, dice, una volta spettava alla morale, ora, ahimè, comanda il denaro, vera misura di tutte le cose. Chi ci libererà dunque dalle liberazioni? Ne usciremo solo "ritrovando la sicurezza morale, spirituale e fisica che una forte identità fornisce." Non lo si distingue da un Diego Fusaro (aiuto! Arrestate il desiderio, ha esorbitato dalle sue funzioni, è uscito dai limiti, si crede onnipotente ed è giunta l'ora di dargli una lezione!).
Nessun commento:
Posta un commento