giovedì 2 febbraio 2017

Declino dell'uguaglianza

C'è poco da dire su Trump, fai senza la laurea il filosofia: è la risposta più a buon mercato alla paura. Che sia dunque solo una narrazione quella della società aperta, della fraternità fra i popoli, dell'uguaglianza fra gli uomini? Più che altro formulette adatte ai tempi di pace, bastava poco per tirarle giù. L'uomo è davvero uguale? Sì, insomma, dipende. Biologicamente, certo, ma culturalmente, è proprio lì che casca l'asino e la tradizione umanistica accusa il colpo. Il problema non si porrebbe se fossimo tutti secolarizzati, tutti più o meno dediti al commercio col mondo, smagati, smaliziati, impigriti, stravaccati sul divano. No, è proprio così che deve andare il mondo, col suo bel Trump e i suoi bei Salvini a farla facile, ed è proprio perché ci siamo impigriti che ci dà fastidio tutto, lo straniero come il rifugiato, che non si sa mai come la pensano, fuori tutti piuttosto di fare la fatica di distinguere il grano dal loglio: chi crede ancora nell'umanesimo dovrà trovare argomenti più convincenti da opporre ai trumpisti di tutto il mondo, perché quelli che abbiamo usato finora non servono più, son passati di moda come il telefono a gettoni.

2 commenti:


  1. Trump mi sta molto simpatico, se non altro perché ha imposto alcuni elementi minimi di razionalità tipo che a casa propria si fa venire chi si vuole e che è meglio creare occupazione nel proprio paese piuttosto che a 10.000 km di distanza. Sappiamo che la ragione non salva ma resta un elemento imprescindibile per il perseguimento di qualsiasi fine, anche di quelli "umanitari" (se vuoi aiutare gli angolani rinuncia a qualcosa e dallo a loro, non togliere il lavoro ai tuoi, non spogliare un paese della parte più vitale della sua popolazione, non creare una classe di emigranti sottopagati).

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    1. Certi migranti, di per sé, non li vorrebbe nessuno, compresa la nobile Europa, Trump paga il prezzo della sua tronfiaggine, che è indubbia.

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