Alle dispute nostrane sull'elezioni anticipate bisognerebbe contrapporre l'esempio giapponese: quando si è dimesso Shinzo Abe? Il mese scorso, un mese appena per farsi rieleggere con pieni poteri e pronti a ripartire. Ce la immaginiamo in Italia una cosa del genere? Qui ci vogliono i tempi tecnici, il governo di transizione, l'organizzazione generale dell'evento, manco ci dividessero distanze incommensurabili - dalle Alpi al Granducato di Toscana ai possedimenti meridionali - e ci portassero i risultati a cavallo. Vorrebbero togliere la potestà a Mamma Roma, trasferirla a Perugia, L'Aquila, Gualdo Tadino, come se fosse la salubrità del luogo a far la differenza e non invece lo stato dei costumi. Fassina ce l'ha con Renzi per via della nota battutina (è fatto così, l'è un po' bischero), ora, non si capisce se sta nel PD per giocarsela a duello o se veramente c'è qualcosa di concreto sotto tutto quel baccagliare. Evoca il grande sciopero generale di venerdì scorso, le grandi masse popolari in rivolta: non mi pare abbiano scosso l'opinione pubblica. Agl'italiani non interessano più gli scioperi. Venerdì io lavoravo, clienti e fornitori pure, tutto rientrava nella normalità, quel che resta dell'economia reale ha ben altro a cui pensare (mi si conceda una nuance di benaltrismo). Fassina è terribile, è «cistifellico, livoroso, vendicativo» (Enciclopedia Treccani, Dizionario dei Sinonimi e Contrari), praticamente ha dato ai renziani dei figli di Troika (questa sarebbe da rivendere a Renzi, fa il paio con la serie dei "selfie" e il telefono a gettoni). Mi piacerebbe proprio vederlo questo nuovo partito della sinistra di Civati. Ha detto bene Renzi che l'Ulivo non è un santino (maremma maiala, ancora con l'Ulivo!). Bòn, e con questo il mio dovere l'ho fatto, buonanotte.
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