domenica 14 luglio 2013


Quel che resta della gloriosa schiatta leghista, che misero spettacolo. Tanto arroganti ieri quando parevano padroni del mondo, tanto miseri oggi che non contano più nulla. Orfani della mitopoiesi del grande dio Po, scavalcati in produzione pro-capite di stronzate dalla premiata ditta Casaleggio & Grillo, la Kyenge è per i leghisti come un grande bersaglio luminoso in mezzo al deserto, forse l'ultimo elemento catalizzatore che tiene ancora in piedi la baracca. Ricorda un orango, tant'é. Cécile ha invece un bel viso rotondo, porta molto bene i suoi anni e se non sbaglio pure una sesta piena di reggiseno, io una bottarella gliela darei. Scherzavo, era un comizio. Pare che più è alto il numero della gente che ti sta ad ascoltare e più saresti autorizzato a spararle grosse. Cosicché, se tu parli a quattr'occhi con Calderoli, questi ti sembrerà anche normale, a una festa di compleanno già comincerà a presentare i primi segni di squilibrio, a un matrimonio non è escluso si possa tirare giù i pantaloni. Ma non fateci caso, è tutta una finta, in realtà ai padani piacciono molto le femmine di orango, soprattutto nigeriane. Cécile Kyenge è invece nata a Kambove, nella provincia congolese del Katanga, da una famiglia benestante di etnia bakunda: il padre, funzionario statale, era capo villaggio e aveva quattro mogli e 39 figli, vale a dire una media di 9.75 figli per moglie. Per un leghista una negra benestante già è inconcepibile, è come il bromuro, figuriamoci poi la poligamia, i padani più di due amanti non riescono a gestire. E poi, a proposito della proverbiale ipertrofia genitale degli uomini di colore, volevo aggiungere che...

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