Io penserei più che altro a dei rifugi atomici monofamiliari equo-canone, che è già difficile andare d'accordo in condominio, figurati metterli tutti assieme sottoterra per dodici mesi, son mica patate, non ce la farebbero a resistere, li ritroveresti tutti morti ammazzati prima di essere raggiunti dalle radiazioni, sempre che non si siano già trasformati in club per scambisti. E poi, pensa: chi porta il gatto, chi porta il cane, chi il criceto, poi il cane fa la cacca, il gatto fa la pipì, il gatto viene inseguito dal cane, il criceto viene mangiato dal gatto, no, non può funzionare. In Svizzera ce li hanno, ma gli svizzeri sanno comportarsi. No, un superbonus per i bunker anziché per le facciate, con una grande campagna di persuasione sui benefici della vita sotterranea: tintarella di tomba. Dopo il covid non mi sorprendo più di niente.
Io me li ricordo i rifugi, La notte suonavano le sirene e tutti giù di corsa in una specie di caverna, venti metri sotto il livello stradale. Per noi bambini era un divertimento inaspettato. C'era un ambiente abbastanza vasto, al centro una grande stuoia circolare. Noi bambini eravamo messi al centro sulla stuoia con i nostri giocattoli, tutto intorno sedie a sdraio con mamme, papà, nonni, zii e condomini. La convivenza era facile e la condivisione di coperte e generi alimentari era totale. Ma tutto durava poco: mezz'ora o poco più e poi noi piccoli tornavamo a letto. Mentre i grandi correvano fuori ad aiutare chi non ce l'aveva fatta. Siamo rimasti in pochi a ricordare. Con una curiosa nostalgia per i tempi in cui la fissione nucleare non era ancora stata scoperta.
RispondiEliminaUna volta si faceva "filò" come lo chiamavano i miei nonni, tutti nella stalla di sera al calduccio tra gli odori degli animali. Una cosa che mio padre si ricorda con la stessa tenerezza.
EliminaSe uno storico del 4000 d.c. cercasse una fonte sintetica, calzante, brillante e fedele del tragicomico 2000, trovando questo blog avrebbe trovato un tesoro
RispondiEliminaÈ uno splendido epitaffio.
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