Ma quant'è bello il fico, il fico inteso in quanto albero. Sono sceso in Calabria e la verzura rigoglie tutto intorno con la sua esplosione di forme e di colori. Il fico, con le sue grandi foglie tripartite che danno riparo ai frutti turgidi e ringonfi, come scroti. Antica e nobile pianta il fico che rifornì di braghettoni i primi esseri comparsi sulla terra: "Allora si apersero gli occhi di ambedue e si accorsero di essere nudi; così cucirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture per coprirsi” (Genesi, 3,7). É ruvida la foglia del fico, come una maglia di lana, che pizzicava la vasta fava di Adamo e la non meno vasta iolanda di Eva, origine del mondo. All'ombra del fico stormiscono invece i piccoli aranci, con le loro foglie allungate a forma di lancia. Allo sbocciare dei fiori si riempiono di api e quando se ne vanno al loro posto crescono i frutti, i quali non sono altro che l'ovario fecondato del fiore cresciuto a dismisura. É tutta sessuata la natura e i fiori sono i suoi genitali. Germogli verdissimi si innalzano verso il sole come peni in erezione, misteriose cavità attendono in fondo ai petali come vagine aperte. E poi ci sono i nespoli. I nespoli mettono allegria, coi loro ciuffetti di foglie similtropicali che sembrano disegnate dal Doganiere. Le nespole sono un vero nettare degli dei, dolcissime sopra ogni cosa, ma bisogna fare attenzione ai semi, scivolosissimi, che se sputati senza criterio possono finire in un occhio. Sopra i nespoli svettano infine gli ulivi. Gli ulivi sono alberi molto austeri la cui serietà incombe sul resto della piantagione come un consesso di anziani. Bella la natura, però non ci vivrei.
martedì 15 giugno 2021
Elementi di botanica
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