Mi è capitato di incrociare su Twitter un volenteroso che ha letto e glossato il libro sulla lotta al Covid di Roberto Speranza, il Ministro della Salute. Se fossi stato in Speranza l'imbarazzo per aver fatto uscire una cosa simile a mio nome mi perseguiterebbe per il resto dei miei giorni. E per giunta "scritto" grazie all'aiuto di "consulenti" sotto la supervisione di una pletora di "collaboratori" da far invidia a un capo di Stato. Dicono che il libro stia andando forte in Francia, i francesi che hanno avuto la Recherche e il Viaggio al termine della notte, evidentemente troppa intelligenza gli ha rincitrulliti definitivamente. Allora mille volte meglio il paragrafetto de La vita agra sulla defecatio mattutina, almeno lì c'è più salute, c'è più vita, c'è più speranza. E non mi si dica che Roberto Speranza non scrive per vincere il Nobel, abbiamo l'esempio di Winston Churchill: Churchill ricevette il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 "per la sua padronanza della descrizione storica e biografica e per la brillante oratoria in difesa dei valori umani". Un Ministro della Repubblica quando scrive dovrebbe avere Churchill come modello, non Walter Veltroni.
mercoledì 14 aprile 2021
Da Churchill a Speranza
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