Leggo di un'università americana (l'università "di Kamala Harris", nel senso che è proprio sua, l'ha comprata con i suoi risparmi) che si appresta a eliminare gli studi classici dalla sua offerta formativa in quanto veicoli della cattivissima cultura bianca. Inutile stare a discutere essendo la dialettica stata inventata anch'essa dai greci. Un professore di filosofia afro-americano, noto attivista per i diritti civili (Cornel West, "Cornelio Occidente", nomen omen), fa però giustamente notare che anche Martin Luther King leggeva Socrate (vale a dire Platone) e che l'eliminazione dei classici dalle scuole sarebbe una "catastrofe spirituale", non è della stessa opinione (dal lat. opinio -onis, affine a opinari «opinare») lo storico di Princeton Dan-el Padilla Peralta che si auspica invece che la memoria di Socrate e degli antichissimi romani possa essere cancellata il più presto possibile dalla faccia della terra. Povero Socrate, una vita spesa a cercare il Bene e si ritrova dalla sera alla mattina ad essere rappresentato come il simbolo del Male, "ab origine" (locuzione latina che in caso di cancellazione della cultura classica andrebbe ritradotta con "from the beginning"). E io, che cerco da anni di accreditarmi come filosofo e per giunta leggo Schopenhauer? Cancellato d'emblée da tutti i cursus honorum dell'internet. È per questo che oramai mi sono dato alla grafica, che però non è ugualmente esente dalla politica in quanto hai senz'altro più possibilità di vendere i tuoi disegni sulle piattaforme americane se ci infili sulle tazzine l'immaginetta battagliera di una Ruth Bader Ginsburg qualsiasi piuttosto che del povero Socrate, disprezzato da morto qual era in vita, sepolcro imbiancato, avanzo di gipsoteca.
martedì 27 aprile 2021
Avanzi di gipsoteca
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