È sparita com'era venuta, la neve. La pioggia notturna ha dilavato i tetti e la poesia di un giorno, questa mattina se n'era già andata, come un'amante rimediata in un bar. S'intendono le amanti dei bar del cinema, quello americano soprattutto, e quello di Sorrentino, che del cinema americano è un wannabe. La città senza neve è di una tristezza che vien quasi voglia di trasferirsi in Canada, salvo poi farsi venire la nostalgia, a -20, del bel sole d'Italia. Del resto non c'è notte senza giorno, non c'è sbornia senza dopo sbornia, lo sapeva già Eraclito, e tutto acquista un sapore per il contrasto che esiste fra le cose. Quanta saggezza. La neve inoltre esercita su noi misantropi un effetto pari a quello che il paliperidone esercita sugli schizofrenici, la neve attenua ogni cosa, compreso il timore che qualche seccatore venga a bussare alla tua porta per romperti i maroni. La neve cura chi se ne sta raggomitolato in casa.
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