mercoledì 13 maggio 2020

Le Marché d'esclaves

Tra l'altro il tema della donna bianca venduta al mercato delle schiave da sordidi mercanti in caffettano andava assai di moda sul finire del secolo XIX, accessorio indispensabile per ogni boudoir o salottino moresco che si rispettasse, il massimo del kitsch. Alfiere del genere Jean-Léon Gérôme, accademico di Francia, nemico mortale dell'impressionismo e gran ritrattista di fondoschiena. Come dipingeva lui i culi nemmeno Bouguereau, che li faceva troppo magri. I culi di Gérôme erano invece platonici nelle forme e nelle dimensioni, abbondanti ma mai stucchevoli. Fra l'altro lui e Bouguereau dei gran sporcaccioni che al riparo della sacralità dell'arte ne mettevano su tela di tutti i colori. Questi accademici erano perlopiù dei borghesoni molto pieni di sé che dipingevano per la république e su commissione di borghesoni ancora più sporcaccioni di loro. Gran moralisti, pomposi fino alla vanagloria, magnificatori delle forme classiche e delle pose plastiche, nei loro ateliers si erano organizzati un gran commercio di modelle nude, piuttosto giovani, che facevano atteggiare nelle pose più pruriginose. Sopravvive ancora oggi il retrogusto per questo esotismo crudelone e ferino: se una donna torna velata da una lunga prigionia allora è compromessa, ormai soggiogata al feroce saladino. Va da sé che nel giudizio del moralista è già esplicato il suo immaginario.

1 commento:

  1. Pruriginoso ma la questione Silvia Romano è molte altre cose meno pruriginose. È più gravi.

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