La signora che mi abita di fronte, che ieri si asciugava i capelli in vestaglia mostrando il davanzale (un davanzale bello polposo, che ci potevi appendere i vasi dei fiori), come tutte le mattine scende in bicicletta a farsi il suo giretto, anche oggi che minaccia temporale, col suo bel vestitino leggero e il sandaletto Saint Tropez, come se l’estate gliela avesse ordinata il dottore. Ma Giove Pluvio oggi ha disposto diversamente, dei nuvoloni scuri striati di bianco, come se ci avessero dentro le venuzze di grasso, e giù che s'aprono le cateratte del cielo, era nell'aria. Torna indietro la signora che pare caduta nel lago con tutta la bicicletta, i capelli che ieri si era sistemati ora sembrano quelli di Medusa, e il vestitino le si è attaccato alle gambe come fosse di plastica, per non dire del davanzale (la val d'Intelvi, col torrente nel mezzo). Ecco che guada la strada come il gaucho in sella al suo destriero, i finimenti sott'acqua, inforca il portone di casa con il gonnellone che le gocciola tutto sui piedi, lividi come piedi di naufraghi: cosa s'aspettava, che il temporale le facesse la premura di girarle attorno solo per lei come uno spasimante cortese?
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