domenica 16 dicembre 2012

Con il termine "mitopoiesi", lo saprete, si vuole generalmente indicare la creazione fittizia di miti e di leggende propria di molti scrittori moderni, ad esempio, l'universo di Arda di Tolkien, il ciclo di Cthulhu di Lovecraft, i Sith e gli Jedi di Star Wars. La mitopietica moderna non è generalmente tenuta in gran considerazione dai custodi della mitopoietica antica, cioè pressoché da tutte le religioni (forse Rael, che è alla guida di una religione più giovane e si dice discendente di Obi Wan Kenobi, ma dovrei indagare). Il rifiorire del genere fantasy risponde a un grande bisogno di nuovi miti, ed è curioso questo riflesso per cui un cattolico o un ebreo o men che mai un musulmano, per dirne alcuni, non saranno certo disposti a credere, che so, all'esistenza di Sméagol ma si diranno più convinti dell'esistenza delle loro rispettive divinità. Voglio dire, cosa distingue la mitopoietica dalla religione? La testimonianza documentata del creatore del mito che ammette di esserselo inventato di sana pianta, l'oblio degli autori, ma soprattutto la decisione delle autorità di assumere come vere e ufficiali le costruzioni di una mitopoiesi a scapito di un'altra. Il principio di autorità è forte e una volta attecchito è assai duro a morire: perché non può esistere Hermes, lo psicopompo, ma deve esistere l'arcangelo Gabriele? Forse, in un futuro, uomini di buona famiglia si metteranno a venerare Gandalf.

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