giovedì 27 novembre 2025

Scempio

Non sopporto più il giornalismo. Adesso hanno attaccato con questa storia della casa nel bosco, ci andranno avanti per un mese. Mentre mi preparo una cosa calda sul fornello l'approfondimento del mattino mostra immagini di tavolette del water e di letti a castello, in studio lo psicologo, titolare di cattedra in qualche Roma 2 o Roma 3. Nelle retrovie, pronti a intervenire in caso di bisogno, qualche caso di femminicidio o di Garlasco. La licenza che si prendono i giornali di chiamare per nome le vittime: Chiara, Sarah, Yara. Oh, ma cos'è tutta 'sta confidenza? La compartecipazione untuosa al cordoglio dei familiari, i particolari intimi: il fruttolo leccato, il calzino spaiato, il pigiama indossato, il dna sotto le unghie. Il cronista davanti alla casa della vittima, da prenderlo a calci nel didietro, ma non si può, sta facendo il suo lavoro, diritto di cronaca. Brutte persone, che sguazzano nello sporco del mondo, ci campano sopra. Se la testa degli assassini è guasta ci sarà un perché. ("Dna su unghie Chiara Poggi compatibile con quello di Sempio", "compatibile": basta che non ricominciamo da capo, che adesso abbiamo trovato questo Sempio e il colpevole deve essere lui come prima doveva essere Stasi).

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