I figli dei ricchi che vanno in rehab perché hanno avuto un'infanzia difficile, con i figli si sbaglia sempre, hanno tutto e non va bene, non han niente e vanno arubbare, con i figli va un po' a fortuna, come coi calzini. C'è chi a quattordici anni gestisce già la sua piccola azienda con la mancetta settimanale e chi invece la usa per comprarsi la droga, non è facile essere figlio di, certi cognomi sono pesanti da portare, le donne ti cercano solo per i soldi, lo sviluppo affettivo può risultarne compromesso (per fortuna c'è l'emotional trainer). Poi c'è da mettere in conto l'invidia di noi poveri che facciamo battute, gli haters, l'odio sociale, si aggiunga il costo delle guardie del corpo, quello dei privé prenotati, quello dei nani affittati, per colpa nostra non possono vivere una vita normale, disperati, si mettono a pippare. Allora meglio comprar dai cinesi, stare in affitto coi mobili usati, metti che in America se uno ha successo sono tutti contenti, portati ad esempio, studiati dai scienziati, qui da noi i ricchi sono invece cafonal e lo stato ci tassa il Ferrari: una nazione che odia i suoi ricchi è una nazione perduta.
Bisogna distinguere, quelli odiati/invidiati, sono gli improbabili VIP, i cafonal di Dago, i ricchi di seconda fila, quelli della Gintoneria, di Filippo Champagne, Briatore, Santanchè, gli influencer, i trapper, i tiktoker...
RispondiEliminaI veri ricchi erano e sono a un livello superiore, direi religioso: un punto di riferimento per una profonda spiritualià personale. L'unico riferimento che mi viene in mente è "l'Imitazione di Cristo" di molti secoli fa: così dell'Avvocato al massimo si poteva imitare il vezzo dell'orologio sopra il polsino, del Cavaliere l'harem sconfinato. Il resto era pura adorazione.
“A Silvio”.
Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova"
(Sandro Bondi, Ministro dei beni e delle attività culturali nel Governo Berlusconi IV)
"A Silvia"
Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?
(Giacomo Leopardi)
io vorrei invece ricordare una delirante 'canzone' dei Club Dogo dal titolo 'Briatori', chiaramente elogiativa dello stile di vita del nostro, cui quegli straordinari artisti si vantavano di assomigliare. Dopo una roba del genere, se non si fa la rivoluzione si e' solo colpevoli, vuol dire che vale tutto: e ora ne paghiamo le conseguenze da ogni punto di vista - musicale, morale, gestionale etc.
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