Non ci siamo solo noi pasciuti occidentali al mondo, e per occidente intendo il concetto politico prima ancora che geografico, eppure pensiamo di avere la prelazione sulla volontà di tutto il resto del pianeta in virtù delle nostre conoscenze avanzate, del nostro sistema economico, dei nostri progrediti sistemi politici, e riteniamo arretrati tutti gli altri luoghi del pianeta che non adottano i nostri standard. Questa indiscutibile volontà di condurre tutto agli standard occidentali è una volontà ipocrita perché il benessere dell'occidente implica la povertà del mondo che ne resta fuori, per cui i grandi proclami di sviluppo globale accompagnati dalle rituali fotografie in giacca e cravatta davanti a fondali di cartone sono solo un esca per i fessi. La catena di produzione degli oggetti di consumo implica un'originaria base di manovalanza a basso costo che si accontenta di quel poco che riesce a guadagnare in rapporto all'economia del luogo, che deve rimanere depressa, differenziata rispetto alle economie avanzate e quindi in grado di sostenere il costo della vita di un esercito di lavoratori sottopagati, mentre noi in occidente continuiamo a stanziare incentivi per un'industria senza più operai (i sindacati sono diventati una barzelletta). Non c'è più nessuno che ascolta le ragioni dei miserabili del mondo, le sinistre occidentali ormai perse in battaglie sui pronomi e sulle domeniche in bicicletta, è tutto finito, compagni, il capitale ha vinto, vince sempre.
Nessun commento:
Posta un commento