A soffrire di più nella pandemia non sono solo in primis gli anziani, i giovani, le donne e in ultimis i negozi di tagliate i capelli, soffrono anche i sacerdoti. Soli e abbandonati, l'isolamento provoca in loro «tante pesantezze umane, tante fragilità, tante deviazioni, da quelle meno gravi a quelle gravissime, di cui poi non si parla sui giornali». A denunciarlo è uno psichiatra intervenuto sulla rivista di indirizzo dehoniano "Il Regno" di cui l'Ansa ci dà puntuale notizia. I sacerdoti sono sotto pressione, privati del loro gregge, nelle lunghe ore passate nel chiuso delle canoniche, vengono sempre più spesso meno alla regola del celibato che risulta così «diffusamente inosservata e con modalità molto imbarazzanti». Non c'è Decreto Ristori che possa dare sollievo alle loro anime martoriate, se ci tenete alla loro salute andate a trovarli, fategli sentire la vostra vicinanza prima che si diano all'alcool o alla peggio che comincino ad adocchiare con occhio lubrico i parrocchiani, perché c'è molta omosessualità nella Chiesa e i sacerdoti ne parlano sempre più apertamente. Inoltre, secondo un sondaggio avviato fra i sacerdoti dalla Conferenza episcopale francese, il 45% dei preti rivela «una malattia cronica; 2 su 5 esagerano con l'alcool e un 8% è al limite della dipendenza, 6 su 10 sono sovrappeso o a rischio obesità», il 40% autocertifica invece «un basso grado di realizzazione personale». Si consiglia l'uso della cyclette in sagrestia.
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