Ricordiamo sempre Zingaretti che al primo annuncio dell'epidemia faceva l'aperitivo sui Navigli con "i giovani" perché «bisogna isolare i focolai ma non bisogna distruggere la vita o diffondere il panico» mentre Matteo Renzi rilanciava il fichissimo #milanononsiferma di Beppe Sala tutti uniti contro le discriminazioni e la paura della pandemia globale (che fessacchiotti, noi, a cacarci sotto), poco distante Salvini che «riapriamo tutto, discoteche e bar», ma tanto Salvini non fa testo, tutti statisti che avranno una sezione dedicata nei libri di storia con una visione del futuro che non va oltre l'apericena. Se domani venisse dichiarato dall'Oms che non ce n'è coviddi ci metterebbero un attimo a calarsi nel nuovo mood e due anni di pandemia verrebbero liquidati in una battuta, perché la politica, come diceva il Leopardi, vive di ciance che durano un giorno, di umori che durano un momento, che in definitiva possono durare anche un ventennio, e il politico deve essere leggero come una piuma. Durkheim si domandava come faceva a stare in piedi la società, non si capisce, ha dell'incredibile, secondo me ci devono avere messo dentro l'autopilota.
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