Fin dalle prime pagine delle Confessioni, Sant'Agostino si rivolge a noi con parole equivoche (Invocazione a Dio): “ma esiste dentro di me un luogo, ove il mio Dio possa venire dentro di me, ove possa venire dentro di me Dio, Dio” (sì ma stai calmo) “E poiché anch'io esisto così, a che chiederti di venire dentro di me, se tu non fossi in me?” (Dio è dentro di te ma non è mai entrato dentro di te, è ab ovo dentro di te, sempre. Tu dirai: posso almeno andare da solo in bagno? No, Dio viene con te anche in bagno, è lì con te che tifa per te).
Poi attacca con le “poppe” (Nascita e Infanzia): “mi accolsero dunque i conforti del latte umano, ma non erano già mia madre e le mie nutrici a riempirsene le poppe,” (ah no?) “bensì eri tu, che per mezzo loro alimentavi la mia infanzia” (Dio riempie le poppe) “Qual era dunque il mio peccato di allora? Forse l'avidità con cui cercavo piangendo le poppe?” (a cercar le poppe non si fa mai peccato) “ma non si può ritenere innocente chi innanzi al fluire del latte dal fonte materno” (le poppe) “non tollera di condividerlo con altri” (le poppe sono di tutti, è sancito dalla carta dei diritti fondamentali) “che pure ha tanto bisogno di soccorso” (a chi lo dici). E siamo solo alla pagina quattro.
[Agostino su Narrate, Uomini]
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