venerdì 18 maggio 2018

Vorstellung

Quando ti accosti alla filosofia moderna ti rendi conto di una cosa, che mette in discussione seriamente il concetto di realtà esterna alla mente. La prima reazione è di incredulità: ma di che diavolo stanno parlando? Poi per forza di cose sei costretto a comprendere, perché la filosofia non è una passeggiata al museo, non si può liquidarla imparando a memoria le targhette, e allora comprendo perché perfino il concetto di realtà esterna alla mente può essere messo in discussione. E me ne convinco, voglio dire, mi convinco che la realtà esterna alla mente non solo non è qualcosa di scontato, ma addirittura non necessario al funzionamento coerente della realtà. Nemmeno l’atomo non è atomo senza la coscienza che pensa quell’atomo, nessuno cosa è quella cosa senza l’intero apparato che la percepisce e la concepisce. E allora sorge l’ennesimo dubbio: ma quest’apparato sarà materiale o immateriale? E lì ti rendi conto che nemmeno la materia è un concetto così saldo come si crede, che perfino la realtà fisica può essere spiegata in termini di fenomeni che giungono alla coscienza senza scomodare l’ulteriore dimensione materiale, che a quel punto ti pare in tutto e per tutto un residuo metafisico di un’epoca che fu. E’ in questo senso che la filosofia fa scomparire le montagne, non perché scompaiano alla vista, ma perché le riduce a rappresentazione.