E' inutile opporre alla fede la ragione scientifica, la scienza ha ragione nella misura in cui gareggia in potenza con Dio, qualora non fosse più in grado di garantire quella potenza anche la ragione della scienza diventerebbe una ragione disarmata. L'uomo pre-scientifico si alleava con il divino per ottenere quei prodigi che non erano alla sua portata, quali la fine della siccità, il raccolto abbondante, ecc., la scienza è quello strumento che si prefigge di sostituirsi a Dio come demiurgo, riuscendoci benissimo, peraltro. Dio è quel desiderio di potenza che la tecnica soddisfa.
Quando anni fa scrivevo di laicità non mi trovavo mai completamente a mio agio nell'opporre alla fede il pensiero scientifico, perché intuivo che non bastava, era troppo poco. In fondo anche lo scienziato può credere in Dio, perfino l'evoluzionista, se ci crede, che c'entra qui il sapere scientifico? Come se la ragione scientifica bastasse a sopire il timore del nulla che ci attende, risibile. Il guaio è quando lo scienziato trionfante si fa prendere dall'entusiasmo e pretende di fondare sopra le sue nozioni un nuovo senso della vita: ho costruito un missile che vi porta sulla luna, ho il diritto di insegnarvi che cos'è il mondo.
Chi ci libererà dai preti e dagli scienziati?
Chi ci libererà dai preti e dagli scienziati?