“Caro Elie, in tutto questo la disgrazia è che non c’è un “popolo” nel senso commovente in cui lei lo intende, non ci sono che sfruttatori e sfruttati, e ogni sfruttato non chiede che di diventare sfruttatore. Non capisce altro. Il proletariato eroico ugualitario non esiste. E’ un sogno vacuo, una FANDONIA, da qui l’inutilità, la sciocchezza assoluta, nauseante di tutte quelle immaginette imbecilli, il proletariato in tuta blu, l’eroe di domani, e il malvagio capitalista tronfio con la catena d’oro. Sono pattume sia l’uno che l’altro”.
Louis-Ferdinand Céline
https://trama-e-ordito.blogspot.it/2011/01/tuta-e-il-futurismo-diede-un-abito-agli.html
RispondiElimina...l'anglo-svizzero-americano-fiorentino Ernesto Henry Michahelles, in arte Thayaht [2], futurista e fascista (celeberrimo il suo Dux, una testa in bronzo di Mussolini, creata nel 1929). Thayaht, grande pittore, scultore, studioso di esoterismo. Innovativo ed originale stilista di moda; inventore della tuta, l'alito del Novecento «rivoluzionario». Nel 1918 ispirandosi ai concetti di funzionalità espressi da Balla, la tuta è una combinazione nuova, semplice, pratica e sintetica: in un solo pezzo sono infatti condensati camicia, giacca e pantaloni; è allacciata con bottoni sul davanti, ha quattro tasche applicate, ed è priva di qualsiasi orpello decorativo; si indossa facilmente, semplicemente con una cintura, e si porta con sandali.
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