Ultimamente soffro di quella che si potrebbe definire "sindrome dell'asfissia notturna". Cioè spengo la luce, tento di dormire ma mi manca il respiro, come se la notte mi pesasse tutta addosso, come se fossi sepolto vivo. Ho scoperto che non sono l'unico e questo mi consola un po'. Mi basta anche solo aprire una finestra o farmi un giro in cucina, comunque mi sento pesante, appesantito da un fardello di preoccupazioni che non mi mollano un minuto, soprattutto di notte. La consapevolezza dell'arduo compito del vivere mi schiaccia come un macigno e so qual è il problema: i soldi. C'è gente che non ne ha e non ci pensa, io invece non ne ho e ci penso. Ci penso due volte anche a comprarmi un libro, in edizione economica, e alla fine non entro neanche in libreria per non cadere in tentazione. E per fortuna che non ho figli.
io è da tre anni che ho riscoperto la biblioteca, e trovo che comprare libri e collezionarli in librerie sia un retaggio culturale dell'ottocento.
RispondiEliminaIn effetti ho molti aspetti ottocenteschi
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