giovedì 19 aprile 2012

Blasé

Non c'è cosa più politica dell'antipolitica e io me ne sono sempre tenuto distante, sono sempre andato a votare, anche per i referendum, tutte le volte mi sono presentato al seggio, ho consegnato la carta di indentità, mi sono appartato dietro la tendina e ho tirato un bella croce su tutti i partiti che volevo eliminare salvando solo quello che avevo deciso di votare, non mi si dica che non sono un cittadino modello. Che sia giunto ora il turno di Grillo non significa che l'Italia possa finalmente risorgere, ma che stiamo raschiando il fondo del barile, che per l'ennesima volta ci sia qualcuno così sprovveduto da riporre le sue speranze in certi dilettanti per via della totale inadeguatezza dei professionisti. La buona fede in politica non serve a nulla, se il paziente muore non è di consolazione che il dottore ce l'abbia messa tutta, serve qualcuno che sappia dove mettere le mani. Certo è che il problema sorge quando i pazienti, non avendo più fiducia nelle capacità della medicina, si vedono costretti ad affidarsi alle cure dei ciarlatani. E allora la soluzione è non solo non riporre più alcuna speranza nella politica, ma anche nell'antipolitica, una salutare noluntas è quello che ci vuole per mantere vigile il senso critico.

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