giovedì 29 marzo 2012

Tempus edax rerum


Noi disegnatori di motivetti per vestitini valiamo per quanto vendiamo, e per vendere, soprattutto noi autodidatti, dobbiamo mettercela davvero tutta per tenerci a galla e competere con i migliori, il nostro lavoro richiede una concentrazione tale che tutto ciò che esula dal lavoro in sé non può e non deve interessarci e finisce inevitabilmente per scivolarci via, come la pioggia sui pineti, come la spuma sulla tela cerata. Tutto questo discorso per dire che cosa? Che non ci resta il tempo materiale per considerare quei ridicoli omettini che si dimenano quotidianamente sul grande palcoscenico della politica. Ad esempio l'altro giorno, passeggiando in pausa pranzo dove i tram non vanno avanti più, ho scoperto con mia grande sorpresa che Pietro Vierchowod, lo tzar, si è candidato per la carica di sindaco con una lista tutta sua. Ma quando è successo? Giusto ieri giocava nella Sampdoria, Gesù come passa il tempo. Cosa mai può spingere un onesto cittadino nonché uno stimabile stopper a tentare la via della politica, perché mai dovrebbe appassionarsi ai problemi di Como? Io quando torno a casa già alle dieci mi viene un sonno che di Como non me ne può fregare di meno, figuriamoci poi dell'Italia in generale. Deh, per via del lavoro il liberalsocialismo ha perso un gran pezzo da novanta, bisogna averci anche il tempo a disposizione per amare di quel tanto la cosa pubblica.

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