giovedì 1 ottobre 2020

The great debate

Dovrei interessarmi alle elezioni americane, è da una settimana che faccio training autogeno, mangio leggero, faccio lunghe passeggiate all'aria aperta, insomma, cerco l'ispirazione: niente. Ho letto Punzi su Atlantico Quotidiano, gli invidio la sua capacità di appassionarsi ai dettagli, deve essere caduto nel pentolone della pozione da piccolo e da allora persegue i candidati democratici con una tigna da procuratore distrettuale. Biden appariva sempre troppo vecchio e attonito sebbene fosse fresco di barbiere, un taglio più giovane, alla Brad Pitt, avrebbe giovato all'immagine. Non si muove, Biden, se ne sta lì fermo come un palo del semaforo, senza peraltro avere l'appeal di un Romano Prodi. Trump invece il solito guitto, con le sue faccine esagerate e quella boccuccia inquietante, il volto sempre troppo arancione che a pensarci è una cosa incredibile vista la gran varietà di fondotinta che esistono oggi in commercio, per dire che Silvio Berlusconi ha risolto da tempo applicandosi sulle guance un semplice correttore Soft Touch Revolution da 4 euro e 99, non mi sembra una cosa così difficile. Questo per quanto concerne l'immagine, per quanto riguarda il contenuto invece niente di nuovo: Biden con il suo bravo compitino liberal, Trump berciando tutto il tempo con fare da bullo, secondo me vince facile.

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