Se la nozione del mondo ci giunge attraverso i media, allora la nozione del mondo è già corrotta a monte, e per averne un'immagine più corrispondente bisogna fare tutto un lavoro di lettura fra le righe, un lavoro di betweenthelinesreadingness come direbbero alla Luiss o alla Bocconi (qualsiasi cacchiata, però scritta in inglese con l'aggiunta di -ness, assume dignità di corso di filosofia, ci sarà sempre uno che te lo spiegherà in un TED o ne farà oggetto di libri motivazionali).
martedì 2 dicembre 2025
lunedì 1 dicembre 2025
Titolano i giornali: Zelenski scosso dagli scandali, crolla il suo cerchio magico, ora è un leader solo, è l'ora della verità (un altro, citando un film con uno straordinario Gary Oldman, titola: "È l'ora più buia"). Incredibile come partano da un giorno all'altro certe campagne di delegittimazione, precise come un orologio, come se fosse saltato un tappo (Zelenski, poveretto, è sempre quello di prima, solo che sta finendo il credito): e ora, chi ci difenderà dai cosacchi? I francesi, con i Rafale convertiti all'ibrido (Macron ormai uscito dai perni sospende la democrazia e si incorona Napoleone instaurando una repubblica direttoriale in Russia).
Desolazione
Mi è capitato di leggere un articolo sulla Gazzetta dello Sport, purtroppo ho questo vizio, ho dovuto rileggere le prime righe tre volte, e anche alla terza non ho capito bene la consecuzione di soggetto e complemento, perduta dentro un casino di perifrasi tra l'epico e il cronachistico, di un tale che aveva giocato di fronte a un campione del mondo contro la sua Francia vent'anni fa in un contesto "da calcio vero" dove c'era chi ha visto la partita dal balcone di casa (chi ha giocato vent'anni fa? dov'era il balcone?). Vado a vedere chi l'ha scritto: è giornalista professionista, in grassetto, laureato in Scienze Politiche alla Luiss, ha frequentato una Scuola di giornalismo, impiegato presso la Gazzetta ma ha lavorato anche per Sky, ha scritto pure dei libri, degli instant book sui campioni del momento. Gesù che disastro educativo, non sanno mettere due frasi una dietro l'altra. Gianni Brera ha fatto dei disastri incalcolabili. Ci vogliono infilare l'epica e sdrucciolano sulla retorica, il "calcio vero" visto dal balcone di casa, che fa il paio coi ragazzi che (non) giocano (più) per strada. Bruttezza di forma e di contenuto, un desolato circolo ermeneutico della mediocrità sfruttato dall'AI che rimastica il bolo e lo risputa più brutto di prima. Arriveremo su Marte ma perderemo l'uso della scrittura.