Paola,
InterCityNotte Siracusa-Milano Centrale, posto singolo Vagon-Lit, si
riparte destinazione Como con le valigie piene di magone. Ad attendermi
sulla banchina (banchisa?) del binario 3, dopo un’affannosa corsa a
zig-zag alla disperata ricerca del vagone n. 8, un controllore più
sgarruppato del mago Oronzo. Fa niente, ci ho da comunicare la posizione
all’amorosa, mi messaggia pure Ice, lui fiuta le tracce, aveva intuito
che partivo. Lo scompartimento è un po’ âgé
ma il letto è pulito, solo il letto, ad attendermi sul ripiano di una
specchiera che pare sparata da una lupara il benvenuto al viaggiatore,
un pacchetto omaggio contenente uno spazzolino, un dentifrizio, una
lametta da barba, una saponetta, una salvietta, due pattine, un
pettinino d’osso, un panno di pelle d’alce, due tappi per le orecchie e
tre mascherine per gli occhi da utilizzare per i giochini erotici. Ma
ahimé sono da solo, sperduto nel triangolo delle Bermude della
connessione 4G. Aggrappato come un naufrago ad ogni più piccolo
brandello di connessione pietosamente concessomi dall’aspra
conformazione del terrottorio calabro-lucano crollo dal sonno
all’altezza del bivio Caserta Est. Sogno rumore di rotaie e coincidenze
saltate, il treno della notte sfreccia verso l’Agro Pontino come un
missile che deve recuperare 24 minuti di ritardo, vengo sballottato di
qua e di là come un sacco di bulloni mentre il treno minaccia di
deragliare ad ogni scossone. Mi sveglio come in un sogno a Livorno, sono
le 5:50 e il treno è in anticipo di 7 minuti: balzo nell’iperspazio,
wormhole,
ponte di Einstein-Rosen? Non si sa, miracoli della scienza. Livorno,
Pisa e Viareggio si susseguono in rapida successione, solito squallore
delle stazioni deserte prima dell’alba. Tutto cambia a La Spezia dove l’alba sembra un tramonto, attacca lo
spettacolo, meravigliose calette si aprono come in un sogno fra una
galleria e l’altra, tanto che me ne resto con il cellulare in mano nella
speranza di catturare l’attimo, me ne riesce solo una ma non so cosa ho
immortalato. Poi Rapallo che mi sembra bellissima, quindi Genova, prima Nervi e poi
Brignole, una petroliera e una nave da crociera occupano l’orizzonte per
cinque minuti, poi la fine di tutto, scavallato l’Appennino ritorna la
pianura e la connessione 4G, ma io non sono più quello di prima e
nemmeno quello di poi, e sì, lo posso ben dire: le salviettine
umidificate mi hanno salvato la vita.
Si vola, baby.
RispondiEliminaPrima o poi ti vengo a trovare, non è una minaccia
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