venerdì 27 settembre 2024

Ho una teoria, che informarsi di più in realtà non informa, intendo attraverso i modernissimi mezzi messi a disposizione da internet. Si crea a livello mentale una specie di bias per cui il cervello non si mette a cercare il vero (ammesso che esista un vero nei fatti di cronaca) ma si innesca invece un meccanismo che crea risposte verosimili e confermative, nel senso che vanno a confermare quel che già si vuole sapere. Ora, la teoria non è nuova e non è nemmeno originale, ma riflettendo sopra quei frullini che sono i social, con la loro abitudine a indurre nell'utente una certa risposta a determinati stimoli (condividi, discuti, sei parte attiva del grande intrattenimento democratico), mi appare più che mai evidente. La curiosità di informarsi rimane sempre, ma nel frattempo è intervenuto un certo scetticismo su quanto viene raccontato dall'informazione e dalla controinformazione, che ormai si azzuffano beatamente fra di loro lasciando nel frattempo i fatti inspiegati, abbandonati al loro destino.

mercoledì 25 settembre 2024

Tutta l'hybris della guerra si riassume in quell'autorizzazione all'omicidio che a un certo punto, in una società normalmente ben regolata secondo i pacifici criteri borghesi, viene da un giorno all'altro concessa ai suoi cittadini più volenterosi dall'autorità ufficiale: ecco, adesso puoi uccidere, anzi, ti diamo pure la medaglia del buon Gesù se uccidi quelli giusti! Non ha importanza chi ha ragione, di casus belli è piena la storia, a un certo punto, semplicemente, è un libera tutti, e una volta slegata la bestiola impossibile distinguere con chiarezza tra soldati e civili, tra innocenti e colpevoli, un buon pretesto si trova sempre per accoppare in nome della ragion di stato. Ma questo è solo il primo livello, la prima linea, se così si può dire, perché dietro le linee, opportunamente a distanza, si agitano tutti i rancori dei pacifici cittadini che evacuano quotidianamente i loro sterco nelle cloache dei social network: dagli al russo! dagli all'ucraino! dagli a quel carognone d'un libanese! dagli all'israeliano! abbiamo l'intelligence più dritta del mondo! due a uno per noi! Gratta gratta, ci vuole un niente per riscoprirsi quelli di sempre, alla faccia di tutti i solenni proclami di civiltà.

martedì 24 settembre 2024

Elon Musk ha una cotta per la nostra Presidente del Consiglio, e c'è da capirlo, Elon è l'unico africano che Giorgia non ha ancora incluso nel decreto flussi, Giorgia è l'Artemide, l'Amazzone, la Pallade Atena, Elon per Giorgia farebbe pazzie, finanche mandarla su Marte (fascisti su Marte), rimarrebbe imbambolato per ore a fissarle i capelli (shatush, shatush, fanno le sue ginecoplastiche chiome trattenute dalle preziose gommalacche) e quando deve fare un discorso a stento riesce a trattenere le sue emozioni: "è un onore essere qui per consegnare questo premio ad una persona che è addirittura più bella dentro che fuori" (foto). Se questo non è amore. Sono fatto così, quando ci sono di mezzo i sentimenti, non mi trattengo (fazzolettino).

domenica 22 settembre 2024

C'è il caso di quel masochista che venne spedito all'inferno a patire gli eterni tormenti e constatato che invece di soffrire godeva come un riccio, si cominciò a pensare, riuniti tutti gli angeli caduti attorno a una tavola rotonda, a un'alternativa valida per quell'impunito. Si decise allora di spedirlo in paradiso per privarlo in eterno di ogni patimento, ma anche lì, essendo che in paradiso era impossibile soffrire, si riscoprì beato di non patire, e oltretutto le alte sfere non vedevano di buon occhio che un condannato alla sofferenza eterna si trovasse in paradiso per scontare la sua pena, era palesemente contrario al regolamento e anche in contraddizione con i principi divini, per cui si decise di rispedirlo nuovamente all'inferno dove ovviamente riprese a godere. Non c'era soluzione. Il caso è tutt'ora dibattuto e il condannato vaga ancora adesso da un luogo e l'altro dell'aldilà senza posa, impossibilitato a soffrire, palleggiato fra angeli e demoni, obbligato ben volentieri a godere: che fare? C'è tempo per pensarci, un'eternità.

Le opinioni politiche sono gli asini dei comportamenti umani, chi ha espresso opinioni politiche in vita dovrebbe essere spedito per direttissima in un girone infernale apposito, e per chi si è ravveduto, un soggiorno propedeutico in purgatorio per purificare l'anima prima di ascendere eventualmente in cielo. Io mi dichiaro colpevole di avere espresso opinioni politiche in vita, ma mi sono ravveduto per tempo per cui sono qui a sperare nel purgatorio, e che la colpa precedente al ravvedimento non sia tanto grave da meritare l'eterno tormento, che sarebbe poi l'obbligo di polemizzare sui social per l'eternità, con Salvini Meloni Schlein Conte, la Tetramurti, sempre davanti agli occhi (e Travaglio e Gruber a metter legna nella fornace), impossibilitato a chiuderli, come Alex con la Cura Ludovico.

lunedì 16 settembre 2024

Rari furono gli imperatori romani morti di vecchiaia, privilegio che spettò a pochi, Ottaviano Augusto, Vespasiano, Diocleziano, Antonino Pio, per dirne alcuni, molti caddero in battaglia e altrettanti vennero assassinati, e pure oggi che ci troviamo, a detta di tutti, all'apice del progresso civile, un progresso civile mai realizzato prima nel corso della storia umana, non sono infrequenti i tentativi di assassinio nei confronti dei candidati e dei presidenti americani, i quali, per potenza e per influenza politica, sono da considerarsi a tutti gli effetti i sovrani elettivi del grande impero democratico occidentale (lat. imperator, "detentore del potere militare", "detentore del potere coercitivo"). La carica di imperatore mette in moto certi malanimi che sono la vera maledizione del potere, in parte è lo stesso imperatore che li suscita, e in parte è il suddito che li cova dentro come una nevrastenia, e in tutto questo la violenza regna sovrana, più sovrana ancora dell'autorità imperiale, che se ne serve e poi fa la vittima, quando è lei a farne le spese. "In America non c'è posto per la violenza!": e meno male, figuriamoci se c'era!

domenica 15 settembre 2024

Se nella speculazione ci facessimo guidare dall'attraente volontà di verità saremmo già belli che spacciati, perché la volontà è una voglia e ognuno si dà le voglie che vuole, ma la speculazione non vuole, la speculazione conduce a conclusioni senza che vi sia bisogno di volerlo. A loro volta, queste poche righe non sono animate dalla volontà di persuadere che questa sia una verità, sono piuttosto il tentativo, più o meno maldestro, di trovare i segni più appropriati per darne conto. (e i segni sono a loro volta quel limite che spesso ci porta a fallire l'obiettivo di dare conto dei pensieri).

sabato 14 settembre 2024

E voi, chi vorreste avere per imperatore, Nerone o Livia Drusilla? Dai metechi senza diritto di voto agli schiavi liberati, dai clienti più prossimi alle province più lontane dell'impero, tutti siamo chiamati a esprimere la nostra preferenza. Scegliendo Livia Drusilla scegliamo la possibilità di un qualche interesse benevolo nei nostri confronti, anche se dobbiamo comprendere che gli interessi di Roma potrebbero comportare eventualmente il nostro sacrificio (non c'è problema, questo e altro per l'Impero); scegliendo Nerone scegliamo di essere abbandonati al nostro destino, sotto minaccia d'invasione. I governatori della Sarmazia reclamano aiuto contro gli Unni e spingono affinché scegliamo Livia Drusilla: aiutaci Livia Drusilla, sei la nostra unica speranza. Se proprio devono esserci dei morti, che almeno non siano i figli di Roma.

Compagnia delle Indie Occidentali

Il mondo funziona come un grande consiglio d'amministrazione comandato dai paesi occidentali. Ora, nei consigli di amministrazione cosa succede? Che si prendono decisioni in accordo con i proprietari delle quote di maggioranza, e se c'è un ramo della società che non funziona più si nomina un tecnico ristrutturatore e gli si fa tagliare il ramo, via, zac zac, potare, sfoltire, amputare, e la gente che ci lavora si fotta pure, dopotutto è stata un po' anche colpa loro se il ramo è rinsecchito, di 'sti lavativi. Ahimè però i rami secchi del mondo sono nazioni fatte di persone e uno di questi rami è Timor Est ("sono arrivato alla fine del mondo!" ha detto Papa Francesco, come a dire: qui non ci sta proprio un cazzo). E allora il consiglio di amministrazione, con santa pazienza, vede cosa ci può fare con quel paese lì e comincia a pensare: che ci possiamo fare? Ci possiamo fare un resort? Sì, ha  delle potenzialità, solo che per farne un'altra Varadero ce ne va di lavoro, e poi nel mondo ci sono già tante spiagge, una più, una meno... Lasciamo che ci sbatta le corna un po' la Caritas, che ci estirpi un po' la malapianta del comunismo, anche se con la Caritas bisogna andarci coi piedi di piombo, il cristianesimo è un comunismo per il popolo, poi finisce che alzano la cresta e non ti fanno l'endorsement giusto (prendere appunto: la prossima volta ricordarsi di eleggere un papa della NATO)... nel frattempo che si decide che cosa fare di Timor Est, che allo stato attuale non ci sposta nulla in termini di quote di mercato, vediamo un po' di cavar fuori qualcosa dall'Ucraina prima che ci faccia la fine del Vietnam, e poi si vedrà.

mercoledì 11 settembre 2024

Abbiamo un geco, si chiama Ugo (tutti i gechi di casa si chiamano Ugo), non sono animali cattivi, anzi, sono molto timidi ed educati, ogni tanto ce lo troviamo sul muro e ci prende lo scanto, a noi e a lui, tanto che andiamo tutti a nasconderci dietro i mobili, e quando cerchiamo di stanarlo i suoi occhietti spaventati ci guardano nel buio, fermi, immobili, aspettando che gli umani si mettano tranquilli, poi, quando tutto tace, esce di nuovo fuori e va a caccia di ditteri per conto suo. Gli piace il caldo, chissà come farà quest'inverno, quasi quasi gli preparo una cuccia in una scatolina del philadelphia.

La democrazia, quando va bene, son tutti a celebrarla come una divinità, se poi le cose un giorno dovessero andare male e la democrazia fosse improvvisamente d'intralcio alla perpetuazione dei meccanismi del potere, o a certe prospettive di avanzamento tecnologico, comincerebbero a metterne sottilmente in discussione anche i suoi principi: "sì, va bene la democrazia, ma ben temperata e in mano a persone competenti", che detta così suona ragionevole, ma se poi vai a ben guardare ti accorgi che si tratta in buona sostanza di figure proficue a un certo gruppo di pressione, a certe lobbies, come si dice all'estero, operanti all'interno di una certa pratica del mondo già consolidata, che non è permesso mettere in discussione. Quel "démos" che nella parola "democrazia" figura solo ormai in effigie, ha sempre meno voce in capitolo, perché non gli si dà più credito (la gente è ignorante, ragiona con la pancia), e se mai volesse contare qualcosa dovrebbe prima essere istruito agli usi delle élite a cui dovrebbe poi essere alternativo. Tra i due imperatori palpitiamo per quello che ci sembra più magnanimo, ormai certi del fatto che l'impero conviene a tutti e che la "democrazia" - e metto fra virgolette per rispetto al significato originario - è giusto imporla anche con la forza, se necessario: all'inizio fa un po' male, ma vedrai che poi ti piace.

lunedì 9 settembre 2024

Io non ho più l'illusione che l'atteggiamento scientifico sia la panacea di tutti i mali, che la scienza ci condurrà nel paradiso razionale della tecnica, certo sono grato alla medicina, e non potrei più vivere senza le mie pastiglie per la pressione, ma il sogno positivista di risolvere ogni cosa grazie alla scienza mi pare ormai inconsistente quanto quello dei cristiani di salvarsi attraverso le opere di bene. Sparite le principali ideologie, è rimasta davvero solo l'ideologia scientifica, che percola sopra ogni campo dello scibile illuminandolo con la sua bacchetta magica. Da vecchi si vede meglio come stanno le cose: la fregatura ultima, la svampata escatologica, ci sarà comunque servita, non c'è scienza che tenga. (il titolo del post potrebbe essere: Dio è morto e anche la Scienza non si sente tanto bene).

domenica 8 settembre 2024

The halting problem

Quando comincia a menare il torrone, l'algoritmo di Google non si ferma più, è andato avanti per giorni con il Bayesian e Sharon Verzeni, adesso è il turno di Maria Rosaria Boccia, e non la pianterà finché non ce la farà uscire dalle orecchie. "Il problema dell'arresto (o problema della fermata) chiede se sia sempre possibile, descritto un algoritmo e un determinato ingresso finito, stabilire se l'algoritmo in questione termina o continua la sua esecuzione all'infinito." La risposta è che continua la sua esecuzione all'infinito, e per arrestare la macchina bisogna staccarle la spina, tagliarle i cavi, sminuzzarle tutti i transistor e sotterrare i pezzi in un bunker di cemento armato a duecento metri sotto il livello del mare.

sabato 7 settembre 2024

Dimmi come vesti e ti dirò chi sei: Zelens'kyj sempre in maglioncino militare, perché è in guerra. Non può mettersi in abiti civili, in giacca e cravatta come un ministro italiano qualsiasi, no, il suo armocromista ha detto verde kaki, perché è in guerra. Diversamente Putin è sempre in abito formale perché deve dare l'idea che la sua sia a tutti gli effetti una democrazia come quella occidentale, per cui si veste all'occidentale, non in cherkeska come Taras Bul'ba. Anche il più nostalgico dei fratelli d'Italia si veste come un ministro democristiano e non in camicia nera, perché deve rassicurare tutti che è democratico. Io per esempio mi vesto come un ragazzino degli anni '80, in pantaloncini corti e maglietta con scritta americana, e non già perché sono filoamericano, ma perché ho l'aspetto di un ragazzino e se mi metto la giacca faccio l'effetto di un bambino alla prima comunione. Il mio armocromista ha detto che devo indossare colori scuri perché ho la pelle molto chiara, il kaki solo per i safari nella savana.

mercoledì 4 settembre 2024

Quando sopravviene una certa noia dell'abbondanza, solitamente i governi rimpastano, ma come già suggerisce il termine si tratta di rimpastare la medesima materia per la verità già ampiamente rimasticata e ridotta a una poltiglia senza sugo. È un po' come rimpastare una torta stantia sperando che ne venga fuori una fresca. Da giorni sto cercando di venire a capo di questo scandolo che coinvolge San Giuliano, protettore dei pellegrini e dei viandanti, risultato: non ci ho capito un cazzo. Ogni tanto spunta una chiave d'oro, un'altra volta una Milano Fashion Week, gente che si muove in un mondo di cui non ho la benché minima nozione, non ho capito il punto né tantomeno la virgola, ma non importa, credo che sopravviveremo all'eventuale rimozione del santo in questione, in fondo di santi è pieno il calendario, e quando li avremo finiti tutti ci rimarranno pur sempre i poeti e i navigatori.

martedì 3 settembre 2024

Carissimi, ci sono, non sono sparito, è che sto scrivendo di più sull'altro blog che mi permette uno stile e degli argomenti più casual, più informali, e poi di grandi sistemi mi occupo sempre di meno, ormai dedicandomi ai più piccoli, ma non temete, quando il pianeta necessiterà nuovamente della mia importante opinione certamente ritornerò a dire la mia.